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DA CHIVASSO AL BRIC DEL VAJ PER IL "SENTIERO BERRUTI". IN GIRO PER LA COLLINA DEL PO ALLA SCOPERTA DEGLI ANTICHI FAGGI DEL VAJ

Il “Bosco del Vaj” ricopre il versante esposto a nord del Bric del Vaj, uno dei rilievi più alti della Collina torinese. La quota relativamente alta, il tipo di terreno e il microclima piuttosto fresco dovuto all’esposizione hanno permesso la sopravvivenza di una faggeta, oggi tutelata dalla Riserva naturale del Bosco del Vaj. La zona è di particolare valore naturalistico perché si tratta di un vero e proprio relitto vivente delle foreste esistenti ai tempi delle glaciazioni. Dalla cima della collina il panorama sulle Alpi e sulla sottostante pianura padana è molto interessante, specie nelle belle giornate invernali, quando il cielo è limpido e gli alberi sono privi di foglie. Volendo la si può raggiungere con una breve camminata partendo dall’area attrezzata di Castagneto Po. Arrivarci a piedi dalla stazione di Chivasso, seguendo il “Sentiero Berruti”, offre però tutt'altra soddisfazione e consente di ammirare l’imbocco dello storico Canale Cavour, una delle più importanti infrastrutture irrigue italiane. Il tratto iniziale del Sentiero Berruti, decisamente ripido, è stato recentemente ripristinato dopo alcuni lavori di manutenzione ma se il tempo è piovoso può essere molto fangoso.

Accesso. Stazione di Chivasso (circa 200 m).

Itinerario. Uscendo dalla stazione, si percorre a piedi via Roma e poi, verso sinistra, la centrale via Cosola; arrivati in corso Cavour, lo si segue fino alla rotonda affacciata sul Canale Cavour. Qui si attraversa la strada e si imbocca lo storico viale alberato (cartello giallo) che costeggia il canale e in breve raggiunge la grande ''chiavica d'imbocco" del canale stesso e l'antistante monumento a Carlo Noè, l’ingegnere monferrino che progettò il canale.

Passati a destra della chiavica, si entra nel "Parco fluviale del Bricel" e si prosegue su una stradina inghiaiata; quando questa si biforca, in prossimità di una fontana, si continua dritti. Sbucati sull'asfalto si gira a sinistra e si attraversa il ponte sul Po, realizzato in origine nel 1858 ma ricostruito quasi completamente dopo l'alluvione del 1994. Iniziano a essere visibili i segnavia del Sentiero Berruti ("SB"), in questo tratto coincide con la GTC (Grande traversata della Collina). Dall'altra parte del ponte si attraversa la ex-SS 590 e ci si porta all'attacco del sentiero vero e proprio, segnalato da una bacheca informativa (0.20 ore). Fin qui si potrebbe anche arrivare in auto, ma il vicino posteggio è riservato ai clienti del bar-trattoria "Rio Grande". Il sentiero sale ripido in un fitto bosco di latifoglie e con vari tratti scalinati attraversa quanto rimane di una linea fortificata che fu realizzata a inizio Settecento per difendere la città di Torino. Allargandosi in falsopiano verso sinistra il nostro sentiero passa nei pressi dal "Castello di Castagneto" (o Villa Ceriana, appartenuta, tra gli altri, alla famiglia Bruni-Tedeschi), con alcuni alberi monumentali che ne abbelliscono il parco. Si riprende poi a salire e, sorpassata la Provinciale per Castagneto, con un tratto più ripido e una breve discesa la si ritrova più a monte seguendola per qualche decina di metri verso destra, fino al bivio per San Genesio (352 m, un’ora), scendendo ancora su asfalto in direzione della chiesa.

Poco prima di raggiungere l'edificio si imbocca verso destra uno stradello inerbito che presto si trasforma in sentiero. Si passa così al di sotto di un florido boschetto di bambù e si raggiunge poi un crocicchio asfaltato nei pressi di un depuratore. Il nostro itinerario percorre per un breve tratto la SP103, in salita (indicazione per Casalborgone), continua poi sulla destra in strada Chiovino e, superata una zona di villette, imbocca via Asti.

La via costeggia quasi in piano il centro comunale, dal quale però volendo si può passare imboccando una variante del SB anch'essa segnalata. Percorrendo l'itinerario principale si giunge nei pressi delle scuole elementari, dove termina via Asti, e si procede seguendo le indicazioni per il Bosco del Vaj, ritrovando in questo tratto il segnavia GtC.
La stradina raggiunge un'area attrezzata dove termina l'asfalto (440 m, 0.40 ore) e, ora a fondo naturale, sorpassa il piccolo Rio del Vaj e si inoltra in salita nel bosco. Più avanti il viottolo tende a spianare ed è possibile ammirare qua e là gli annosi esemplari di faggio che hanno portato all'istituzione della riserva naturale.

Raggiunto il crocicchio "del Ròc", dove oltre ai massi da cui prende il nome è presente una fontanella, si abbandona l'itinerario della GtC per proseguire verso destra ancora sul Sentiero Berruti. Il percorso si fa ora piuttosto ripido e raggiunge l'alta croce di pietra sulla cima del Bric del Vaj (583 m, 0.30 ore).

Discesa. In alternativa alla via percorsa all'andata, si può proseguire lungo il sentiero 107 che scende dalla collina dalla parte opposta a quella percorsa in salita. Raggiunta un'area pic-nic ci si lascia a sinistra una diramazione che raggiunge un'anticima del Bric e si prosegue la discesa verso destra per un viottolo che in breve esce dal bosco e diventa asfaltato. Confluiti su una strada più importante (strada San Raffaele, che poi cambia nome in strada Ossole) la si segue verso destra. Dopo una breve risalita, la via inizia a scendere verso il centro di Castagneto ma, raggiunta la minuscola Chiesa di San Rocco (497 m , 0.30 ore), il nostro sentiero gira a sinistra in via Giaccona (frecce e segnavia GtC). Percorse poche decine di metri si abbandona l'asfalto in corrispondenza di un pilone votivo per imboccare un viottolo inerbito che scende sulla destra e che, raggiunte alcune case di recente costruzione, diventa asfaltato e sbuca poi a T su via Cimenasco. Tenendosi a destra si va poi a imboccare lo stradello che corrisponde ai numeri civici 36/38, sempre segnato GTC, e si fiancheggiano le pertinenze di Villa Lupo. Al bivio successivo si inizia a percorrere un viottolo sterrato (GtC/sent. 102) che, lasciatosi a destra il segnavia 103, scende tra fitti alberi. Si ritrova l'asfalto in corrispondenza di un viottolo che dà accesso a una proprietà privata: seguendo in discesa la stradina questa diventa inghiaiata e, superate alcune case, raggiunge la centrale ENEL Green di Galleani e sbocca sulla ex-SS 590. Seguendo la strada verso destra (conviene utilizzare per un tratto una stradina di servizio alla case che si affacciano sullo stradone) si fa ritorno al ponte di Chivasso, e di qui alla stazione. In alternativa al passaggio per il parco fluviale è forse più interessante proseguire dritti per via Po e tornare al punto di partenza passando per il centro storico della cittadina (1.30 ore).

Testo di Aldo Molino e Filippo Ceragioli

Foto Filippo Ceragioli

Per maggiori infohttp://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/sentieri-provati/i...

 

Tempo di percorrenza 
0 sec
Dislivello salita 
400 m
Dislivello discesa 
400 m
Fruizione 
Escursionismo
Provincia 
Torino

Punto di partenza

10034 Chivasso TO
Italy

Punto di arrivo

Italy

Informazioni utili

Difficoltà 
Escursionistico
Periodo consigliato 
Settembre - maggio
Classificazione 
Regionale
Accesso 
Stazione di Chivasso (circa 200 m).
Accesso con mezzi pubblici 
No