Più imprevedibile del suo collega Pis del Pesio, quello dell’Ellero è meno conosciuto e attira meno l’attenzione, essendo molto più estemporaneo e marginale rispetto ai sentieri che conducono a più appetibili mete escursionistiche come la Cima delle Saline o il Colle del Pas. Il Pis e le altre risorgive carsiche situate sulla barra rocciosa che sta di fronte al Rifugio Mondovì-Havis De Giorgio, costituiscono le sorgenti dell’Ellero, il Fiume di Mondovì, alimentate dalle aree carsiche (doline e inghiottitoi) sovrastanti. Anche il Lago del Biecai è uno dei serbatoi dove le acque meteoriche e del disgelo nivale si insinuano nelle vie segrete della montagna per fuoriuscire 200 metri più in basso. Lago anch’esso imprevedibile, perché può essere sia molto esteso che prosciugato quasi del tutto a seconda della stagione. L’escursione è idonea a osservare gli aspetti del carsismo superficiale, ma anche la straordinaria flora che ammanta questi ambienti carsici.
Il Pian Marchisio (qualche decennio fa ha rischiato di essere trasformato in un invaso idroelettrico) a inizio stagione, prima che le mandrie salgano agli alpeggi, è uno stupendo giardino fiorito che l’asfaltatura della strada che sale da Roccaforte ha reso più fruibile. E più in alto, l’incontro con la fauna selvatica non è soltanto occasionale.
Accesso. Da Roccaforte si prosegue per la Frazione Rastello da cui parte la strada (pedaggio) che risale tutta la Valle dell’Ellero sino al Ponte Ciappa (1624 m, dove si parcheggia-ultimo chilometro sterrato).
Itinerario. Dal Ponte della Ciappa (1624 m) si percorre la pista sterrata chiusa al traffico che risale la valle dolcemente, a fianco del torrente attraverso le magnifiche praterie del Pian Marchisio.
Dopo circa un chilometro la strada si fa più ripida e prende quota con alcuni tornanti (scorciatoie) poi spiana nuovamente. Giunti in vista del rifugio, non si segue in sentiero di destra (accesso più breve al rifugio) ma si continua sino al ponte sull’Ellero (0.30 ore).
Per avvicinarsi e osservare meglio il Pis e le altre sorgenti lo si deve attraversare, per poi svoltare a destra subito dopo e, seguendo scarse tracce, portarsi ai piedi della parete da cui sgorga il Pis (fino a stagione avanzata ci sono estesi nevai). Senza percorso obbligato, su terreno arbustivo e pietroso alquanto accidentato ma con diversi guadi, poggiando verso destra si può raggiungere il rifugio (1761 m, 0.15 ore) dal ponte, altrimenti si torna indietro, si ri-attraversa il ponte e percorrendo la strada di accesso si sale al Rifugio Mondovì-Havis De Giorgio (tel. +39 0174 1976669). Lasciato l’edificio alle spalle, si prosegue ora sul sentiero che compie un largo giro per superare un costolone e risalire il vallone del Rio Ciappa tra stupende macchie di rododendri (fioritura verso la fine di giugno). Dopo un lungo mezza costa il sentiero si impenna decisamente e con stretti tornanti approda alla Porta del Biecai (1998 m, 0.45 ore) punto più alto del percorso, per affacciarsi sull’ampia conca carsica alla sinistra della quale si trova il lago. Ci si abbassa di qualche metro poi al bivio si lascia a destra il sentiero per il passo di Porta Sestrera, oltre il quale si può scendere sul Rifugio Garelli, per continuare a sinistra sul percorso che conduce al Pas. Poco sotto questo colle, 200 m più in alto del Biecai, si trova il minuscolo Lago della Rataira, nei cui pressi si eleva un enigmatico menhir, lasciandolo quasi subito per attraversare le belle praterie erbose che permettono di raggiungere le sponde del Lago Biecai (1978 m, 0.15 ore).
Si ritorna lungo il medesimo itinerario fino al rifugio dove, mediante la scorciatoia, ci si ritrova sullo sterrato.
Testo di Aldo Molino e Filippo Ceragioli
Immagini di Aldo Molino
Per maggiori info: http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/sentieri-provati/i...