A Torino in via Bonelli 2, tra via delle Orfane e via Bellezia, tuttora si trova la casa dove in passato viveva il “boia” della città, non lontano da dove avvenivano le esecuzioni, il Rondò della Forca.
Non doveva essere gratificante il mestiere del boia, ma a Torino essere un “esecutore di giustizia", ai tempi della pena di morte, aveva anche qualche vantaggio economico: nel 1575 una impiccagione veniva pagata 21 lire e dare fuoco a una persona accusata di stregoneria 16 lire. Il popolo però trovava inaccettabile che una persona potesse guadagnare tanti soldi uccidendo altre persone, tanto che il boia era isolato dal resto della società. Il grande disprezzo nei suoi confronti diede origine all’espressione boia “Fàuss”, che in piemontese vuol dire boia “falso”. Perfino il fornaio porgeva al boia una pagnotta rovesciata, talvolta senza nemmeno incartargliela. Da questa usanza verrebbe il detto, "il pane del boia".