Nella cappella di San Pietro a Macra, in Val Maria, in provincia di Cuneo, si trova una rappresentazione curiosa della Danza macabra risalente al ‘400.
L’affresco raffigura un corteo di coppie formate da un vivo e da un morto. Questa immagine simbolica aveva lo scopo di ricordare l’ineluttabilità della morte e l’uguaglianza di tutti di fronte a essa. Le coppie si compongono di uno scheletro che si allaccia nel ballo a vari personaggi di ogni classe sociale.
Gli scheletri che danzano assumono pose da saltimbanchi: c’è chi usa i trampoli e chi tiene in mano la testa mozzata, chi striscia a terra e chi fa le capriole.
Dopo l’introduzione di un narratore, i dialoghi (scritti in occitano)si sviluppano tra la morte e un papa, seguito dall’imperatore, dal cardinale, dal vescovo, dal soldato, dall’abate, dall’usuraio, dal frate e dal contadino.
