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L’ECOMUSEO DEI CHIODAIOLI DI MEZZENILE

Nella parte centrale delle Valli di Lanzo alcuni paesi vissero per secoli, almeno dal Medioevo, delle attività artigianali legate allo sfruttamento delle risorse minerarie locali: a Mezzenile, Pessinetto e Traves si fabbricavano chiodi di ogni forma e dimensione in innumerevoli fucine, a Ceres e dintorni si producevano e montavano serrature; tali attività andarono in crisi e sparirono nella seconda metà del secolo scorso.

Mentre le fonderie appartenevano ai commercianti, le fucine, piccoli edifici in pietra ricoperti di lose, posti soprattutto accanto a corsi d’acqua, erano quasi sempre a conduzione familiare e vi lavoravano fino a sedici chiodai. Le numerose finestre, indispensabili per illuminare l’ambiente di lavoro, non avevano vetri, troppo costosi, ma carta da burro che riparava dall’aria fredda nei lunghi inverni.

Al centro della fucina si trovava sempre il fuoco che serviva per arroventare il ferro e renderlo malleabile.

I chiodaioli lavoravano tante ore al giorno, curvi sul cupo a battere con forza per fabbricare i chiodi e spesso, per questo motivo, riportavano malformazioni permanenti.

Pochissimi artigiani erano in grado di fare tutti i tipi di chiodi, in quanto alcuni di questi, ad esempio quelli per gli scarponi, erano appannaggio di pochi specialisti.

Nel Comune di Mezzenile, che per secoli ha vissuto grazie alla produzione dei chiodi (nel 1867 a Mezzenile si contavano 500 chiodaioli su una popolazione di circa 2600 abitanti), è stato fondato un interessante ecomuseo in onore dei chiodaioli, che vale la pena di andare a visitare per cercare di comprendere come si svolgeva questa attività sulle montagne piemontesi.

 

Foto @alessandra.corra

Archivio Regione Piemonte

Indirizzo 
Ecomuseo
Frazione Forneri, strada a destra prima del piazzale della chiesa
10070 Mezzenile TO
Italy