Da tanti anni, ogni edizione del Carnevale di Biella si chiude con il processo al Babi, un rospo infido originario delle zone paludose della bassa vercellese, e la conseguente e scontata condanna al rogo: ma qual è La colpa di cui si è macchiato il Babi?
Una leggenda narra che il Babi un giorno, inebriato dal clima e dalla vista del paesaggio, arrivò sui monti biellesi. Qui incontrò un uomo, il Gipin, e la sua consorte, la Catlin-a.
La donna, attirata dai suoni emessi dal Babi, esclamò «Che bell’uccello, e che originale!». Grido che suscitò nel rospo un moto di orgoglio.
Gipin, invece, per nulla impressionato, si rivolse alla moglie dicendole che quello non era un uccello bensì un rospo: questo richiamo alla realtà provocò la reazione stizzita dell’animale e originò l’inimicizia tra lui e Gipin.
Da allora il Babi, accusato di spacciarsi per l’uccello più bello di Biella, viene portato in tribunale da Gipin e immancabilmente condannato.