Molte sono le credenze legate al Natale tramandate nel corso dei secoli anche in Piemonte. Qualche esempio?
Fino a non molto tempo fa, al mercato di corso Racconigi di Torino, che rappresentava il confine doganale della città, si abbellivano gli agnelli portati dai pastori e si consumava il Seiràs, una ricotta dolce. Dopo la messa di mezzanotte, invece, andava forte il Vin Brulè, vino rosso molto corposo, scaldato insieme a spezie e scorze di agrumi.
Ogni famiglia del Monferrato il giorno della viglia andava in chiesa a mezzanotte lasciando la finestra aperta, in modo che se fosse passata la Sacra Famiglia avrebbe potuto entrare a riposarsi, lasciando poi come omaggio per l'ospitalità alcuni regali.
Nel Biellese, invece, si conservava l’olio dei lumi della messa di Natale, che avrebbe potuto essere utile in caso di calamità.
L’uomo più vecchio della famiglia a Natale, in provincia di Cuneo, accendeva una candela. Se la fiamma si piegava, il raccolto sarebbe stato abbondante. Altrimenti… altro anno magro!
E ancora, nel Vercellese tagliando una mela si avevano le predizioni per il futuro.