Si narra che quando i Saraceni occuparono Gavi, convertirono il vecchio oratorio di San Giacomo come luogo di culto cittadino. Gli abitanti però, disdegnando la loro intimazione, continuarono a frequentare la vecchia Pieve del Lemme, dove i canonici erano soliti celebrare da anni le loro funzioni religiose.
Il Diavolo, adirato dall’insuccesso del culto saraceno, volle provare con il fascino dell’arte ad attrarre i credenti e una notte fece sorgere sulle rovine del vecchio oratorio, uno splendido tempio che ancora oggi possiamo ammirare: la chiesa di San Giacomo!
I gaviesi, che era un popolo molto testardo, continuarono lo stesso a frequentare la Pieve. Il Diavolo allora adirato lanciò una maledizione ma dalla chiesa vide uscire una maestosa processione allietata da dolcissimi canti. Disperato per il tentativo fallito andò a sbattere contro una roccia sprofondando negli abissi.
Ancora oggi è possibile osservare il punto preciso dove sprofondò, lì si trova ancora un’impronta circolare, sfumata da un colore rossastro, che dà il nome al luogo “o capè du Diavu”