Ancora ai giorni nostri, si narra che la gente del paese di Cossato, ridente contrada biellese, immersa tra vigne e colline, credesse nell’esistenza di un genio malefico che si annidava negli abissi col nome di Cattivora, degenerazione di Cattiva ora.
La Cattivora, secondo la credenza biellese, desiderava il male di coloro che si trovano soli, senza protezione.
Pare che lo spirito si nascondesse nelle acque delle campagne intorno alle contrade, privilegiando gli abissi profondi, come i torrenti, i laghi, gli stagni, (le lame) i pozzi casalinghi, e dentro le buche e vasche (tampe) che servono a innaffiare orti e campi.
La vasca, ovvero la tampa, soprattutto in passato, attraeva i bambini; per loro era bello gettarvi dentro dei grossi sassi che disegnavano nell'acqua larghi circoli concentrici.
Perciò, nei secoli scorsi, la tampa era il terrore di ogni mamma, e di tutte le nonne e le donne del vicinato, che avevano dei bimbi piccoli e un poco selvaggi.
“Non bisogna mai, – diceva sovente la vecchia contadina del paese, che spesso aveva un volto grinzoso e aguzzo, simile a una buona maga –non bisogna mai sostare presso le tampe o i pozzi e fissarne troppo a lungo l’acqua, poichè nel profondo e nel buio si nasconde una bestia che ha gli occhi che incantano quegli che persiste a guardarla, e, voglia o non voglia, costui è attirato dal mostro che si chiama Cattivora”