Attualmente gran parte dell’abbazia è inglobata in un ampio complesso rurale, sicché poco risulta percepibile dell’originario impianto e della potenza economica e politica dell’insediamento cistercense. L’edificio, che può essere paragonato a un monastero fortificato, viene costruito per volere del marchese Ranieri del Monferrato nel 1123, forse sopra alcune rovine romane e nel corso del tempo si configura come un baluardo della messa a coltura dell’area, attraverso la articolata rete delle grange. Caduto in commenda e trascurato durante la fase di vacanza (1710-1728) e poi venduto a diversi proprietari, il complesso decade al rango di ampio comparto agricolo, sicché oggi restano riconoscibili la chiesa (ampiamente rimaneggiata nel Settecento, con notevoli stucchi), la torre ottagonale e la sala capitolare. Più identificabile il complesso sistema delle grange (Leri, Darola, Montarucco, Castelmerlino, Ramazza, Montarolo), di cui alcune, come quella di Leri, di grande rilievo architettonico (con cappella rifatta nel 1719 su disegno di Francesco Gallo), componente inscindibile dell’economia eminentemente agricola di questa piana da Chivasso a Casale Monferrato, sulla strada per Milano.