La pianta mostra una discreta vigoria vegetativa anche se il fusto si presenta completamente cavo dalla base ed è soggetto a numerosi attacchi di carie fungina. Attualmente l’albero risulta strutturato in cinque branche primarie che, grazie ad una buona distribuzione spaziale, vanno a costituire una chioma sufficientemente equilibrata. Sono stati effettuati lavori di consolidamento mediante la posa di sostegni con base a terra e cavi in chioma per evitare rischi per la stabilità dell'albero dovuti al peso ed alle sollecitazioni esercitate dalle branche all’inserimento sul grande fusto cavo. Secondo una leggenda riportata dallo scrittore Albert Schott nel 1842, il Tiglio di Macugnaga fu introdotto a partire da un seme portato dall' originaria patria vallesana nella seconda metà del ’200 da una donna che faceva parte dei primi pastori Walser fondatori del paese. Stabilire l’età esatta di questo autentico patriarca arboreo è comunque difficile. Antichi documenti notarili, soprattutto atti di compravendita vergati com’era consuetudine sotto la sua chioma, riferiscono alternativamente di un Tiglio e di un Olmo. Alcuni storici sostengono che al posto del Tiglio attuale, vegetasse in origine un Olmo, oggi scomparso. A partire dall’Ottocento comunque, documenti iconografici e descrittivi certi ne attestano l’esistenza e soprattutto la già raggiunta maestosità. Una commissione scientifica dell’Università di Torino nel 1999, pur prendendo atto dell’impossibilità di datare la pianta, gli accredita un’età che potrebbe arrivare intorno ai 500 anni.
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Tiglio di Macugnaga
Quota
1317m
Specie scientifica
Tilia platyphyllos Mill.
Specie volgare
Tiglio a grandi foglie
Circonferenza
830cm
Altezza
15m
Classe età
>200
Accesso
Libero
Proprieta
Comunale