"Signorina Felicita, a quest'ora
scende la sera nel giardino antico
della tua casa. Nel mio cuore amico
scende il ricordo. E ti rivedo ancora,
e Ivrea rivedo e la cerulea Dora
e quel dolce paese che non dico."
Guido Gozzano, La signorina Felicita ovvero la Felicità
La città di Ivrea, nota per gli insediamenti industriali della Olivetti e per lo Storico Carnevale, viene considerata, per ragioni storiche, "il capoluogo del Canavese”, e tuttora rappresenta un punto di passaggio obbligato per coloro che desiderano raggiungere la Valle d'Aosta dalle principali città del Nord Italia. La particolare disposizione dei rilievi collinari, tra cui la cosiddetta Serra Morenica, considerata la più grande formazione di questo tipo esistente in Europa, tende a formare un vero e proprio anfiteatro geologico, nel quale Ivrea è collocata al centro.
In passato la città, che affonda le sue origini fino al periodo delle colonizzazioni romane, da cui il nome “Eporedia”, ha ricoperto una posizione strategica in qualità di ultimo avamposto ai piedi delle Alpi. Ancora oggi tappa della Via Francigena, ha visto nel tempo pellegrini provenienti da ogni parte d'Europa. I viaggiatori entravano in territorio italico dal colle del Gran San Bernardo e, attraversando la Valle d'Aosta, giungevano a Ivrea prima di proseguire il loro percorso verso Roma. L'itinerario francigeno non era solo un tracciato devozionale ma anche una via percorsa da mercanti, eserciti, uomini politici e di cultura che hanno creato un canale di scambio e comunicazione che ha portato alla sostanziale unità della cultura europea tra X e XIII secolo. Il percorso della Via Francigena Morenico-Canavesana, compreso fra il tratto Valdostano e quello Biellese-Vercellese, si sviluppa lungo 50 km circa attraversando i territori di 10 Comuni: durante il cammino si percorre un bellissimo tratto dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea creato dal ritiro del Ghiacciaio Balteo.
Grazie all’importanza storica e alle particolari caratteristiche ambientali, la città di Ivrea e il territorio circostante offrono una notevole quantità di proposte, sia dal punto di vista culturale sia turistico.
Passeggiando per le vie di Ivrea “la bella”, come la definì Carducci nel poema Piemonte, si possono ammirare “le rosse torri” dell’imponente castello costruito da Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, nella seconda metà del Trecento. Sempre nella parte alta della città, troviamo il Palazzo vescovile e la Cattedrale di origine romanica che riporta interventi successivi barocchi e neoclassici. Storica è anche Piazza Nazionale, anticamente chiamata Piazza Palazzo di Città, situata nell'antico borgo, che divide in due parti la via centrale, via Palestro e via Arduino.
Dopo una piccola deviazione da via Palestro per visitare il teatro Giacosa, proseguendo per via Arduino, si incontra in Piazza Gioberti la statua in terracotta raffigurante l'arancere, simbolo dell’evento eporediese per eccellenza, lo Storico Carnevale, unico al mondo. La manifestazione, che affonda il suo spirito nella rievocazione di un episodio di affrancamento dalla tirannide risalente al Medioevo, ha come “clou” la famosa e spettacolare Battaglia delle Arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione.
In fondo alla via dedicata al primo re d’Italia, Arduino, troviamo il Ponte “Vecchio”, ponte romano costruito intorno al III secolo che oltrepassa la Dora Baltea, e porta nel cosiddetto Borghetto, un arroccamento di antiche case e botteghe artigianali. Lungo il fiume si trovano il Centro federale e lo Stadio della Canoa, un impianto sportivo di fama internazionale sito nel tratto cittadino del corso d’acqua.
Oltre a un percorso storico, romanico, medievale e naturalistico con i suoi cinque laghi, Ivrea offre un itinerario legato all’eredità edilizia e urbanistica olivettiana. Architetture nate dalla visione sociale, oltre che industriale, di Adriano Olivetti, imprenditore, politico, editore e fine umanista che lavorò instancabilmente non soltanto per la propria azienda, ma soprattutto per rinnovare completamente i modi e il senso del lavoro. Fabbriche ed edifici costituiscono un vero e proprio museo virtuale a cielo aperto, che la città ha voluto conservare e rilanciare, fondando il MAAM (Museo dell’Architettura moderna di Ivrea) e candidandosi poi a patrimonio mondiale dell’Unesco.
Non si può immaginare nulla di meglio che concludere l’itinerario in “dolcezza”: tra la Dora Baltea e la Torre di Santo Stefano, risalente all’ XI sec, si trova la storica pasticceria Balla. Ai più golosi consigliamo una sosta per assaggiare la famosa Torta ‘900, così chiamata perché creata alla fine del XIX secolo dal celeberrimo pasticcere di Ivrea Ottavio Bertinotti, fondatore dello stesso negozio che oggi ne conserva gelosamente la ricetta. Il dolce, oltre all’ingrediente segreto che nessuno conosce, è formato da una base soffice e leggera, due dischi al cacao, farciti con una delicata crema a base di cioccolato, burro, crema pasticcera. Per finire...una spolverata di zucchero a velo!