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CAPONEIT

Tempo di preparazione 
1 ora 45 min
Dosi 
4 persone
Tipologia ricetta 
Secondi

Ingredienti

2 spicchi
aglio
mezzo litro
brodo
q.b.
burro
2
carota
1 grossa
cipolla
100 gr
mortadella di fegato
50 gr
lardo
q.b.
latte
8 foglie
cavolo verza
q.b.
olio extra vergine di oliva
100 gr
pane raffermo
200 gr
patate
100 gr
pasta di salame
1 gambo
sedano
1 bicchiere
vino rosso

Lessate, sbucciate e schiacciate le patate. Lavate e sbianchite le foglie di cavolo. Passate le altre verdure e i salumi al tritacarne con il disco medio. Riunite gli ingredienti del ripieno ammorbidendoli con un po' di latte.
Disponete le foglie di cavolo ben aperte su un tavolo e collocate al centro un cucchiaio abbondante di composto macinato. Ripiegate le foglie sino a formare un fagottino.
Adagiate il tutto in una teglia con poco burro e un cucchiaio di olio extravergine. Soffriggete leggermente e bagnate con il vino. Lasciate ridurre il fondo, bagnate con poco brodo e cuocete a fiamma bassa per una ventina di minuti.
Servite gli involtini tiepidi o freddi.
Da non confondere con i caponèt langaroli, che sono fiori di zucchina farciti e fritti, i valsesiani caponèit (si legge "capuneit") hanno una stretta parentela con le polpett de verz lombarde. Molto caratteristici, tra gli ingredienti del ripieno, sono il fidighìn (mortadella di fegato prodotta sulle sponde del lago d'Orta e in altre aree del Piemonte nordorientale) e il salam d'la doja (insaccato suino conservato sotto strutto, specialità della bassa Valsesia). I caponèit sono diversi anche da altri involtini subalpini, come i caponòt di Vercelli, che nel Novarese prendono il nome di quajëtte e prevedono l'aggiunta nella farcia di riso.