In Valle Cervo, vicino a Biella, in mezzo a una natura selvaggia, si trova il piccolo borgo di Rosazza, ritenuto il paese più misterioso d’Italia.
Il borgo prende il nome di Federico Rosazza che, verso la fine dell’800, portò l’intera comunità a un grande sviluppo economico.
Durante la sua lunga vita, Federico subì due avvenimenti negativi, la morte prematura della moglie e della sua unica figlia.
Forse furono proprio questi lutti ad avvicinarlo al mondo dell’occulto, sostenuto dall’inseparabile amico Giuseppe Maffei.
Pare che entrambi fossero convinti che le nostre scelte venissero sempre guidate da entità superiori, per questo si narra che invocassero spesso gli spiriti affinché gli venissero elargiti consigli sulla ricostruzione di alcuni edifici della città.
Tra le tante stranezze e aneddoti, la Chiesa Parrocchiale venne fatta costruire sopra il vecchio cimitero che invece fu spostato, dalla parte opposta del fiume Cervo, collegandolo alla città con un ponte decorato con croci e stelle a 5 punte.
La chiesa all’interno è un vero e proprio tempio a cielo aperto, il cui soffitto, completamente tinteggiato di blu scuso, è stato decorato da migliaia di stelle.
Dalla piazza della parrocchia si entra nel parco comunale, dove campeggiano colonne, simili alle rovine di Paestum, e un orso in pietra, che osserva, poco lontano, un lastrone di pietra su cui è scolpita una scritta enigmatica a lettere runiche, che nessuno è ancora riuscito a decifrare.
Oltre il Castello, la Chiesa e il Cimitero, Federico fece costruire, lungo le vie del paese, molte fontane in pietra, tutte diverse l’una dall’altra, ma contrassegnate tutte da simboli ricorrenti, la rosa e la stella a 5 punte.
Altra curiosità, nell’acciottolato del pavimento di fronte al cimitero sono presenti alcune “lacrime di pietra” distribuite intorno alle panche, simbolo del dolore spesso ricorrente nelle logge massoniche; infatti, era usanza che il candidato al grado di maestro venisse sdraiato su un tappeto disseminato di lacrime.