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REMIGIO BIANCOSSI, IL VECCHIO PRETE DI MONTAGNA CHE SCRIVEVA POESIE

Il Piemonte è patria di grandi scrittori del calibro di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Davide Lajolo, Giovanni Arpino: nomi che quasi tutti conoscono e stimano.

Oltre a loro però, nella narrativa piemontese, si sono affacciati poeti di grande spessore e levatura culturale, come Remigio Biancossi, sacerdote e poeta piemontese delle valli Antrona e Bognanco, definito «prete di montagna», che scrisse una trentina di libri nei quali raccontare le bellezze della natura alpina e un mondo rurale che stava subendo rapide e laceranti trasformazioni.

Il volume più conosciuto, che raccoglie gran parte delle sue opere si chiama: "Remigio Biancossi - Memorie, poesie di un prete di montagna in Val d'Ossola".  Alcuni passaggi sono ricchi di significato, e noi ve ne vogliamo ricordare qualcuno: «Non da libri, ma da voi / direttamente, / animali dei miei boschi, / vorrei carpire il vostro linguaggio».

Oppure, «Palpita il bosco parole spaziose a primavera dopo l’economia del silenzio. Il vecchio castagno ricorda acciambellati ghiri nei fori, il larice camosci non sazi di aridi licheni, la quercia nudità di foglie per le capre dal muso camuso, la betulla tremante la furia impudica del vento, l’ontanello il peso troppo generoso della neve.

Parlano, parlano le piante tutte e tra l’una e l’altra sta lo splendore della vita. Ma l’uomo in cerca, all’ombra, di polipori o di labbra dimentica l’ascolto assorto della silvestre coabitazione. Per questo si fa più densa e smisurata l’umana distanza

 

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28845 VB
Italy