Nel mese di marzo del 1959, sul colle della Burcina, venne portata alla luce una struttura in pietra che, secondo alcuni studi, doveva trattarsi di un nucleo sepolcrale a inumazione databile intorno al 450 a.C.
La fosse era foderata da ciottoli a secco e coperta da un tumolo di pietre, al cui interno sono stati rinvenuti dei frammenti di ossa, un copricapo in cuoio con parti metalliche, una sorta di cintura con passanti in bronzo e un corredo.
Altri reperti recuperati in loco, conservati oggi nel Museo del Territorio del Biellese, restituiscono una multiforme immagine del defunto: un’ascia, una catena di sospensione di un calderone, una brocca a becco, un frammento di cuspide di lancia.
Il defunto della tomba sembra essere stato un personaggio appartenente all’elité della sua comunità per il ruolo di guerriero.
Poiché il rito funebre e il corredo rimandano al mondo celtico trasalpino, il defunto della Burcina sembrerebbe appartenere a quei gruppi di guerriera gallici che valicavano le Alpi prima dell’invasione del IV secolo a.C.