"Sii umile e caritatevole. Non tener conto delle umane ricchezze che per un colpo di avversa fortuna si possono perdere da un momento a un altro. Ama la virtù e ama lo studio. Essi sono i più grandi aiuti nella vita. Impara a fare del bene per il bene, mai per la vana gloria".
Carlo Emanuele dal Pozzo alla figlia Maria Vittoria
Tutti sanno dove si trova Via Maria Vittoria, nonché l’omonimo ospedale o il Palazzo Cisterna di Torino, ma pochi sanno che essi sono stati dedicati a Maria Vittoria Dal Pozzo, un personaggio femminile, spesso dimenticato, molto importante per la storia torinese.
Erede di un antico casato piemontese, nacque nel 1847 e visse gran parte della sua vita tra Torino, soggiornando nel Palazzo Cisterna, proprietà di famiglia, e il Castello i Reano. Almeno fino al 1867 quando sposò il terzogenito del Re d’Italia Vittorio Emanuele II, Amedeo Duca d’Aosta con cui trascorse alcuni anni sereni e divenne madre di tre figli.
A differenza di molti matrimoni contratti in quegli anni, il loro fu suggellato dal vero amore.
Nel 1870, a seguito della deposizione della regina di Spagna Isabella II, Amedeo venne chiamato dalla Cortes per salire al Trono spagnolo.
Maria Vittoria seguì il marito e si dedicò anche in Spagna alle opere di beneficenza suscitando simpatia e consensi nel popolo spagnolo.
Ciò che sempre la contraddistinse fu la sua gran generosità: si impegnò, infatti, per tutta la vita (ahimè breve, morì a soli ventinove anni a causa della tubercolosi) in innumerevoli opere di assistenza a favore dei poveri e dei diseredati tanto da essere ricordata come “La Regina della carità”.