“C'era davvero la Regina di Saba in quei mosaici? - si chiedeva anni dopo lo scrittore – C'era Lindbergh? Chi lo sa, nella mia memoria c'era. Rivivevo su quei mosaici Salgari e Verne, Il Giornale Illustrato dei Viaggi e delle Avventure di Terra e di Mare, i sussidiari delle elementari, le povere enciclopedie che avevamo allora. lo sui mosaici di Severini sognavo il mondo il vasto mondo presente e ignoto e il futuro. Crescendo in età e sapienza ho visto altre storie che si dipanavano per strisce lunghe, interminabili, per esempio la Tapisserie de la Reine Mathilde di Bayeux. Ma le ho viste quando ero ormai blasé. Invece sui mosaici di Severini ho sognato, senza preoccupazioni estetiche. Ho intuito degli spazi. Ho capito che il mondo andava oltre la mia città”
Forse non tutti sanno che nella città di Alessandria si trovano dei curiosi mosaici che raccontano la storia della città moderna e lo sviluppo meccanico dei servizi e dei trasporti. I mosaici, costruiti nel 1940, furono realizzati da Gino Severini, e oggi si trovano collocati all'ingresso del Palazzo delle Poste, coprendo un'area di 38 metri di lunghezza e 2 metri di altezza.
L’opera si divide in tre parti: i mosaici laterali rappresentano i continenti (a sinistra Oceania e Asia, a destra Africa e America) e quelli centrali la storia delle poste e del telegrafo.
Per Umberto Eco bambino osservare quei disegni era come vedere “una cosa venuta dall’altro mondo”.
Foto @alessandra.corra
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