Non tutti sanno che nel 1827 arrivò, nel parco della Palazzina di caccia di Stupinigi, accompagnato da due guardie egiziane, un elefante indiano che ballava a suon di musica. Fu donato dal viceré d’Egitto Mohamed Alì al Re di Sardegna e come indicato nei registri, compilati da vari Direttori del Museo di Zoologia di Torino, mangiava “50 pani al giorno di 3 libre genovesi cadauno... 24 cavoli lombardi... o invece 4 libbre di butiro con 16 di riso cotto, zuccaro nell'acqua di libre 5, vino pinte una, due al giorno, tabacco da fumare, e fumo di persona fumante”.
Per Fritz, così si chiamava l’elefante, fu realizzata nel cortile della palazzina una vasca circolare, con scivolo di accesso, per le sue cure quotidiane.
L’animale fu una vera attrazione della Palazzina fino a quando, dopo la morte del suo guardiano storico, alla presenza di un gruppo di persone in visita, afferrò con la sua proboscide il nuovo custode e lo scagliò a terra uccidendolo.
Oggi, i suoi resti imbalsamati, sono ancora esposti nel Museo Regionale di Scienze Naturali.