Anche a Clavesana, paese in provincia di Cuneo, pochi si ricordano di Teresa Ferrero. Eppure il suo nome era ben noto in tutti i prestigiosi teatri europei di fine Ottocento.
Nata nel 1853 nel piccolo paesino del Monregalese da una famiglia di contadini, a quindici anni si spostò a Torino per guadagnarsi da vivere come governante.Fu qui, nella capitale sabauda, che iniziò a prendere contatti con il mondo del teatro e dello spettacolo.
Tanto era il suo amore per l’arte che, per pagarsi le lezioni di danza e canto, oltre ad accettare svariate e umili mansioni, purtroppo un giorno decide anche di prostituirsi. Finalmente, a diciotto anni, ottenne la sua prima comparsa per l’Aida di Verdi a Il Cairo, dove venne notata dal viceré, sultano turco, Ismail Pacha.
Da quel momento, la ragazza e il sovrano iniziarono una lunga frequentazione, che solo la morte del sovrano portò a termine.Conoscenti, amici, amanti, intellettuali, nemmeno Teresa seppe mai definire con precisione questo profondo legame con il re che le suggerì anche il suo nome d’arte: Ester.
Dopo questo incontro, dal Cairo a Vienna, da Parigi a Monaco, fino a Sanpietroburgo e Montecarlo non c’era teatro che non sperasse di avere in scena la bellissima e bravissima Ester.Teresa però non dimenticò mai le sue vere origini, né il suo paese natale, tant’è che si fece costruire un’egocentrica villa proprio a Clavesana, dove sarebbe sempre tornata tra un tournée e l’altra.
Qui si ritirerà anche nell’ultima parte della sua vita, condannata purtroppo dai paesani bempensanti.Ma Ester, a cui importarono sempre poco quei stupidi pettegolezzi di paese, stupì di nuovo tutti per la sua gran generosità: elargì infatti cospicue somme di denaro alla parrocchia del paese, con l’intento di aiutare le persone che avevano avuto una vita meno fortunate della sua.