Volgarmente noto con la denominazione di “cisternone”, fu progettato da Francesco Paciotto, costruttore della cittadella di Torino, e in gran parte portato a termine fra il 1565 e il 1567. Dopo i lavori di scavo, condotti fino al livello delle acque di falda, furono edificate due rampe elicoidali sovrapposte e indipendenti, sul modello del Pozzo della Rocca di Orvieto, coperte con volta a botte, pavimentate in mattoni e illuminate per mezzo di grandi finestre aperte nel cilindro interno a cielo aperto. Al centro del Pozzo fu ricavata la grande vasca circolare per la raccolta delle acque. Nel 1607, con la costruzione del loggiato a colonne, al di sopra del portico al piano terreno, e del tetto a doppia falda, fu infine completato anche il fabbricato fuori terra, distrutto nel 1698 per l’esplosione della polveriera maggiore della cittadella. Le rampe elicoidali, restaurate dopo l’assedio del 1706, risultano inutilizzabili dalla fine degli anni Trenta del Settecento. Ulteriori danni nel corso nel corso dell’assedio del 1799 determinarono, infine, il definitivo abbandono dell’opera e il suo completo interramento.
Recenti scavi archeologici, condotti a cura del Museo Pietro Micca e dell’omonima Associazione fra il 1994 e il 2006, hanno permesso il recupero del tratto terminale inferiore di una delle due rampe elicoidali.