Il cosiddetto bastione del Salice è, in realtà, una piattaforma realizzata a protezione della porta omonima, aperta a metà circa del fronte murario settentrionale, da sempre ritenuto il più problematico in quanto rivolto verso l’altopiano e, dunque, maggiormente esposto agli attacchi. Descritto graficamente in due rilievi (uno di lavoro, l’altro una “bella”) del 1547 di Gianmaria Olgiati, ingegnere militare di parte imperiale, l’opera fu avviata una decina di anni prima, tra il 1536 e il 1537, dei francesi, che per un breve periodo erano riusciti ad assicurarsi il controllo di Fossano, e conclusa nei primi mesi del 1542.
Ripetutamente aggiornata nei decenni successivi, la piattaforma costituisce uno degli esempi più antichi di struttura “alla moderna” del Piemonte. La soluzione adottata per gli orecchioni, con il raggio che sorpassa il profilo delle facce quasi fossero due torri cilindriche aggiunte agli estremi del baluardo, ricorda piuttosto da vicino soluzioni adottate da Giuliano e Antonio da Sangallo il Vecchio nelle fortezze realizzate nell’Italia centrale entro il secondo decennio del XVI secolo.