Il castello di Cisterna, documentato nel XIII secolo, fu sottoposto a un precoce intervento di potenziamento difensivo nel 1538, all’epoca dell’occupazione francese, promosso dal governatore Claude d’Annebault. È dunque da credere che l’immagine del complesso restituita dal disegno di Francesco Orologi del 1555 circa, per quanto caratterizzata dalla presenza di alcune opere perimetrali decisamente “moderne”, corrisponda a una realtà all’epoca già consolidata da una trentina d’anni.
Con il trattato di Cateau-Cambrésis il luogo tornava sotto il controllo della Camera apostolica, la quale, nel costante timore di un colpo di mano da parte dei francesi, all’inizio degli anni ottanta chiedeva aiuto al duca di Savoia per irrobustire le strutture del castello. Il programma prese avvio nel 1581 e della sua realizzazione fu incaricato il governatore e ingegnere Boniforte Asinario, cui si deve un interessante rilievo. Fatte le debite valutazioni e interpellati anche Domenico Poncello e Ferrante Vitelli, si optava infine per un intervento in economia, che non modificasse nella sostanza l’assetto acquisito dall’edificio negli anni trenta.