Luogo storicamente soggetto alla dominazione genovese, Carrosio è menzionato per la prima volta quale sito sensibile sotto il profilo militare nel 1624, quando l’ingegnere sabaudo Carlo Morello era incaricato di un’azione di spionaggio per acquisire informazioni sulle mura di Genova e sulle strade dell’Oltregiogo.
Con il trattato di Vienna (1738) il piccolo borgo passava sotto il controllo sardo, insieme a Serravalle, al Tortonese e ai feudi imperiali, divenendo una vera e propria enclave all’interno dei territori genovesi. Non stupisce pertanto che sin dai mesi successivi il governo stabilisse di acquartierarvi un distaccamento del reggimento Piemonte Fanteria con il compito di controllare la strada.
La fortificazione del sito è senza dubbio da collocare in questo contesto, sebbene manchino dati cronologici certi. Una planimetria realizzata in occasione di un sopralluogo del 1763, a seguito dell’ennesima recrudescenza delle liti per il controllo della strada della Bocchetta, mostra, sul fianco occidentale dell’abitato, il profilo di una cortina la cui forma la qualifica, senza dubbio alcuno, come “moderna”. All’epoca, però, ancora mancavano le opere a strapiombo sul Lemme, che furono dunque, con ogni probabilità, realizzate a partire dal 1769, ovvero quando a Torino si decise di distaccare a Carrosio un nuovo contingente di truppe.