A pochi chilometri da Acqui Terme, si erge maestoso sulle case dell'antico ricetto a cui si accede passando attraverso un'alta porta, ricavata alla base della torre campanaria che presenta ancora le tracce del ponte levatoio. Superata la soglia, si sale seguendo il vicolo in pietra fino alla parrocchiale cinquecentesca dedicata a San Bartolomeo.
Il castello, citato dal XIII secolo, appartenne ai Del Bosco, ai Malaspina, ai Lodron, ai Gonzaga, ai Centurione Scotto e ai Pallavicino.
Nel corso dei secoli ha perso le caratteristiche militari dei primordi, e si presenta, oggi, come una dimora signorile dai grandi saloni e dalle piacevoli sale frutto dell'ampliamento settecentesco. Di grande bellezza è il camino in pietra del Salone Nuovo, fatto realizzare dai Lodron a inizio del ‘500 e la galleria del gioco della Pallacorda (inizio ‘700). La cappella interna, costruita dove un tempo era il pozzo del cortile interno, è dei primi anni del ‘700 ed è dedicata a Santa Caterina da Siena, patrona dei Principi Centurione Scotto. Tra i visitatori illustri del castello si ricorda il passaggio di San Luigi Gonzaga. Dal parco si gode di una bella visione sulle colline del Monferrato.
La Galleria della Pallacorda è chiusa per lavori di restauro. Sono invece visitabili le prigioni del castello all'interno della torre principale. La visita è generalmente guidata dai proprietari.
Nel dongione duecentesco è allestita la mostra di arte contemporanea #noname. Storia di un collezionismo a parte.
Durante la stagione da aprile a fine ottobre calendario di concerti di musica classica e jazz realizzati in collaborazione con la Da Vinci Publishing.
La visita prende avvio dalla porta d'accesso dell'antico ricetto prosegue nel giardino del castello per salire a visitare parte del piano nobile del castello. Si prosegue nella torre duecentesca con le prigioni e si scende nell’ala padronale dell’antico dongione dove è allestita la mostra di arte contemporanea #noname.
Si passa nei sotterranei e si prosegue nei granai dove è allestita una collezione di manodomestici del XIX-XX secolo e si conclude nella cantina con le grandi botti (400-300 brente).
La visita è generalmente guidata dai proprietari.