Il vino non è solo ispirazione, ma anche tecnica artistica in questa originale mostra fotografica al Castello di Barolo.
L’artista emergente Giancarlo Volpi ha realizzato immagini che sposano materiali antichi (come la cianotipia e la carta di gelso) e idee innovative, utilizzando gli antociani e gli antiossidanti del vino nel processo fotografico, per le fasi di sviluppo e stampa.
Le 30 fotografie esposte sono frutto di sei mesi di lavoro insieme a dodici tra le cantine vitivinicole più prestigiose di quest’area.
Giancarlo Volpi ha messo a fuoco l’architettura delle cantine, facendola dialogare con le immagini storiche degli archivi privati: ha utilizzato una fotocamera a pellicola di impostazione ottocentesca; le pellicole sono poi state sottoposte a uno sviluppo composto principalmente da vino rosso, i cui antiossidanti agiscono come principio attivo. Quindi, seguendo la tecnica della cianotipia inventata nel 1842 da sir Herschel, Volpi le ha stampate sulla carta washi prodotta a mano da secoli in Estremo Oriente.
La bellezza dell’immagine catturata dalla fotocamera viene così reinterpretata in una stampa raffinata ed evocativa, sposando le sottilissime fibre di gelso con le sfumature che sanno dare il vino rosso e l’acido tannico.
L’artista ha raggiunto questo esito al termine di un cammino fatto di intuizioni e di meticolose sperimentazioni.
La poetica dei soggetti ritratti si rinforza con la poetica contenuta nella ricerca stessa, che guarda alla tradizione, alle radici e le recupera in chiave contemporanea. Il gelso è infatti legato al Giappone ma anche alla bachicoltura, fiorente fino all’inizio del Novecento nel Piemonte di cui Volpi è figlio, così come è legato a questa terra il vino. Le pregiate stampe sono racchiuse in una cornice in legno di rovere, realizzate dall’autore stesso, per richiamare il materiale con cui sono composte le botti.