La mostra pone a confronto, in modo insolito e fertile, due fra i maggiori scultori del '900 italiano e internazionale: Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) e Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986).
Il percorso espositivo comprende 57 opere realizzate con diverse tecniche e materiali: bronzi, terrecotte, ceramiche, lavori in ottone e tecniche miste.
Martini e Melotti sono scultori dalla personalità spiccata e diversa, ma fra loro possono essere rintracciati elementi comuni che hanno riflessi nella loro produzione: il primo elemento, secondo i curatori della mostra, è la convivenza fra la fede cristiana e l'influenza dell'antichità classica; l'altro elemento è l'amore per la musica.
Il titolo della mostra è ispirato ad un passaggio del volume La scultura lingua morta (1945) di Martini, nel quale la scultura stessa si rivolge all'artista: “Fa' che io serva solo a me stessa. Fa' di me un arco dello spirito”.
La spiritualità e il culto della forma si esprimono sia in Martini sia in Melotti: in Martini con una ricerca figurativa che rinnova l'antica arte della scultura con esiti nobili, talora imponenti e arcaizzanti; in Melotti con una leggerezza aerea che si avventura nell'astrazione e che influenzerà artisti delle generazioni successive.
Il percorso espositivo evidenzia inoltre il legame fra Arturo Martini e Acqui Terme e si estende oltre le sale del Museo Civico Archeologico, con un itinerario che tocca altri luoghi della città. Nella casa di riposo Ottolenghi è infatti conservato il mestoso e commovente capolavoro in bronzo di Martini, intitolato Il figliol prodigo; inoltre nella stessa sede si ammira la La Madonna con bambino in pietra di Herta von Wedekind (opere queste ultime visitabili su prenotazione telefonando al numero 0144 322192). L'itinerario prosegue a Villa Ottolenghi, presso Monterosso, per osservare l’Adamo ed Eva e il Tobiolo in bronzo (visitabili nei fine settimana su prenotazione tel. 335 6312093).
Il percorso si conclude nel parco sottostante il Civico Museo Archeologico con 3 altre importanti sculture, che permettono di conoscere autori significativi per il contesto in cui sviluppò l'arte di Martini e Melotti: le 3 sculture sono il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, rilievo in bronzo di Pietro Canonica, primo maestro di Melotti all’Accademia Albertina di Torino; il monumento in pietra del 1905 all'esploratore Giacomo Bove di Eugenio Baroni; a queste si affianca il ritratto a figura intera del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Saracco, ultima opera di Giulio Monteverde datata 1917.
Esposizione a cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto con il coordinamento di Laura Garbarino; organizzazione del Comune di Acqui Terme, in collaborazione con ComitArt e con la Fondazione Fausto Melotti di Milano, il Museo Luigi Bailo di Treviso, Villa Ottolenghi Wedekind e la Fondazione Casa di Riposo “J. Ottolenghi” di Acqui Terme.